Servizio  /  09.10.2019

Omicidio Cologno: "E' stato il mostro che c'è in me"

"E' il mostro che è in me che l'ha uccisa, mi sono trasformato in una bestia". Ammette ma per un certo verso prende le distanze. Un quarto d'ora. Tanto è durato l'interrogatorio di Maurizio Quattrocchi davanti al gip Federica Gaudino. "Non so cosa mi abbia preso. Non se lo meritava, mi amava moltissimo" ha detto l'uomo in un fiume di lacrime. Ha quindi ammesso l'uccisione della moglie Maurizio Quattrocchi. Non sopportava l'idea che Zina se ne fosse andata di casa. Resta in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato. La moglie dopo le ferie estive gli aveva detto chiaramente che il matrimonio era finito e che voleva lasciarlo. "Mi prendeva in giro" dice lui, che si era convinto che la moglie avesse un'altra relazione. Non accettava che la separazione fosse irrimediabile. Un vicino di casa, la sera del delitto, avrebbe visto Quattrocchi sotto casa della cognata già alle 23, nascosto nel sottoscala. Sarebbe stato visto anche dalla sorella della vittima e dal cognato che avrebbero mandato un messaggio a Zina per dirle che il marito era lì, di non rientrare a casa. Forse non ha letto il messaggio? O forse pensava di poter affrontare la situazione? Perchè non sono stati avvisati i Carabinieri, che alle 24 hanno pattugliato la zona per l'ultima volta? In effetti l'uomo ha racconytato di essere andato lì ad aspettare la moglie che gli aveva raccontato di essere andata al centro commerciale ad acquistare una lavatrice. Lui non le credeva e voleva vedere. In merito invece al coltello a serramanico col quale ha ucciso la moglie non ha dato spiegazioni. Non ricorda di averlo preso da casa nè dalla macchina. Dice di averlo forse trovato nella zona dove facevano di solito il barbeque. Simona Befani

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09/10/2019
BERGAMO TG 12:30